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.. include:: ../disclaimer-ita.rst
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.. c:namespace:: it_IT
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:Original: :ref:`Documentation/kernel-hacking/locking.rst <kernel_hacking_lock>`
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:Translator: Federico Vaga <federico.vaga@vaga.pv.it>
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.. _it_kernel_hacking_lock:
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L'inaffidabile guida alla sincronizzazione
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:Author: Rusty Russell
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Introduzione
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Benvenuto, alla notevole ed inaffidabile guida ai problemi di sincronizzazione
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(locking) nel kernel. Questo documento descrive il sistema di sincronizzazione
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nel kernel Linux 2.6.
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Dato il largo utilizzo del multi-threading e della prelazione nel kernel
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Linux, chiunque voglia dilettarsi col kernel deve conoscere i concetti
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fondamentali della concorrenza e della sincronizzazione nei sistemi
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multi-processore.
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Il problema con la concorrenza
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(Saltatelo se sapete già cos'è una corsa critica).
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In un normale programma, potete incrementare un contatore nel seguente modo:
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::
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contatore++;
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Questo è quello che vi aspettereste che accada sempre:
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.. table:: Risultati attesi
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| Istanza 1 | Istanza 2 |
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+====================================+====================================+
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| leggi contatore (5) | |
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| aggiungi 1 (6) | |
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| scrivi contatore (6) | |
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| | leggi contatore (6) |
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| | aggiungi 1 (7) |
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| | scrivi contatore (7) |
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Questo è quello che potrebbe succedere in realtà:
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.. table:: Possibile risultato
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| Istanza 1 | Istanza 2 |
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+====================================+====================================+
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| leggi contatore (5) | |
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| | leggi contatore (5) |
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| aggiungi 1 (6) | |
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| | aggiungi 1 (6) |
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| scrivi contatore (6) | |
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| | scrivi contatore (6) |
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Corse critiche e sezioni critiche
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Questa sovrapposizione, ovvero quando un risultato dipende dal tempo che
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intercorre fra processi diversi, è chiamata corsa critica. La porzione
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di codice che contiene questo problema è chiamata sezione critica.
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In particolar modo da quando Linux ha incominciato a girare su
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macchine multi-processore, le sezioni critiche sono diventate uno dei
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maggiori problemi di progettazione ed implementazione del kernel.
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La prelazione può sortire gli stessi effetti, anche se c'è una sola CPU:
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interrompendo un processo nella sua sezione critica otterremo comunque
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la stessa corsa critica. In questo caso, il thread che si avvicenda
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nell'esecuzione potrebbe eseguire anch'esso la sezione critica.
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La soluzione è quella di riconoscere quando avvengono questi accessi
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simultanei, ed utilizzare i *lock* per accertarsi che solo un'istanza
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per volta possa entrare nella sezione critica. Il kernel offre delle buone
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funzioni a questo scopo. E poi ci sono quelle meno buone, ma farò finta
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che non esistano.
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Sincronizzazione nel kernel Linux
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Se dovessi darvi un suggerimento sulla sincronizzazione: **mantenetela
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semplice**.
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Siate riluttanti nell'introduzione di nuovi *lock*.
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I due principali tipi di *lock* nel kernel: spinlock e mutex
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Ci sono due tipi principali di *lock* nel kernel. Il tipo fondamentale è lo
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spinlock (``include/asm/spinlock.h``), un semplice *lock* che può essere
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trattenuto solo da un processo: se non si può trattenere lo spinlock, allora
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rimane in attesa attiva (in inglese *spinning*) finché non ci riesce.
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Gli spinlock sono molto piccoli e rapidi, possono essere utilizzati ovunque.
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Il secondo tipo è il mutex (``include/linux/mutex.h``): è come uno spinlock,
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ma potreste bloccarvi trattenendolo. Se non potete trattenere un mutex
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il vostro processo si auto-sospenderà; verrà riattivato quando il mutex
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verrà rilasciato. Questo significa che il processore potrà occuparsi d'altro
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mentre il vostro processo è in attesa. Esistono molti casi in cui non potete
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permettervi di sospendere un processo (vedere
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`Quali funzioni possono essere chiamate in modo sicuro dalle interruzioni?`_)
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e quindi dovrete utilizzare gli spinlock.
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Nessuno di questi *lock* è ricorsivo: vedere
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`Stallo: semplice ed avanzato`_
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I *lock* e i kernel per sistemi monoprocessore
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Per i kernel compilati senza ``CONFIG_SMP`` e senza ``CONFIG_PREEMPT``
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gli spinlock non esistono. Questa è un'ottima scelta di progettazione:
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quando nessun altro processo può essere eseguito in simultanea, allora
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non c'è la necessità di avere un *lock*.
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Se il kernel è compilato senza ``CONFIG_SMP`` ma con ``CONFIG_PREEMPT``,
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allora gli spinlock disabilitano la prelazione; questo è sufficiente a
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prevenire le corse critiche. Nella maggior parte dei casi, possiamo considerare
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la prelazione equivalente ad un sistema multi-processore senza preoccuparci
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di trattarla indipendentemente.
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Dovreste verificare sempre la sincronizzazione con le opzioni ``CONFIG_SMP`` e
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``CONFIG_PREEMPT`` abilitate, anche quando non avete un sistema
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multi-processore, questo vi permetterà di identificare alcuni problemi
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di sincronizzazione.
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Come vedremo di seguito, i mutex continuano ad esistere perché sono necessari
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per la sincronizzazione fra processi in contesto utente.
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Sincronizzazione in contesto utente
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Se avete una struttura dati che verrà utilizzata solo dal contesto utente,
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allora, per proteggerla, potete utilizzare un semplice mutex
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(``include/linux/mutex.h``). Questo è il caso più semplice: inizializzate il
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mutex; invocate mutex_lock_interruptible() per trattenerlo e
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mutex_unlock() per rilasciarlo. C'è anche mutex_lock()
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ma questa dovrebbe essere evitata perché non ritorna in caso di segnali.
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Per esempio: ``net/netfilter/nf_sockopt.c`` permette la registrazione
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di nuove chiamate per setsockopt() e getsockopt()
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usando la funzione nf_register_sockopt(). La registrazione e
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la rimozione vengono eseguite solamente quando il modulo viene caricato
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o scaricato (e durante l'avvio del sistema, qui non abbiamo concorrenza),
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e la lista delle funzioni registrate viene consultata solamente quando
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setsockopt() o getsockopt() sono sconosciute al sistema.
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In questo caso ``nf_sockopt_mutex`` è perfetto allo scopo, in particolar modo
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visto che setsockopt e getsockopt potrebbero dormire.
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Sincronizzazione fra il contesto utente e i softirq
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Se un softirq condivide dati col contesto utente, avete due problemi.
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Primo, il contesto utente corrente potrebbe essere interroto da un softirq,
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e secondo, la sezione critica potrebbe essere eseguita da un altro
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processore. Questo è quando spin_lock_bh()
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(``include/linux/spinlock.h``) viene utilizzato. Questo disabilita i softirq
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sul processore e trattiene il *lock*. Invece, spin_unlock_bh() fa
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l'opposto. (Il suffisso '_bh' è un residuo storico che fa riferimento al
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"Bottom Halves", il vecchio nome delle interruzioni software. In un mondo
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perfetto questa funzione si chiamerebbe 'spin_lock_softirq()').
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Da notare che in questo caso potete utilizzare anche spin_lock_irq()
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o spin_lock_irqsave(), queste fermano anche le interruzioni hardware:
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vedere `Contesto di interruzione hardware`_.
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Questo funziona alla perfezione anche sui sistemi monoprocessore: gli spinlock
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svaniscono e questa macro diventa semplicemente local_bh_disable()
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(``include/linux/interrupt.h``), la quale impedisce ai softirq d'essere
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eseguiti.
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Sincronizzazione fra contesto utente e i tasklet
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Questo caso è uguale al precedente, un tasklet viene eseguito da un softirq.
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Sincronizzazione fra contesto utente e i timer
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Anche questo caso è uguale al precedente, un timer viene eseguito da un
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softirq.
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Dal punto di vista della sincronizzazione, tasklet e timer sono identici.
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Sincronizzazione fra tasklet e timer
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Qualche volta un tasklet od un timer potrebbero condividere i dati con
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un altro tasklet o timer
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Lo stesso tasklet/timer
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~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
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Dato che un tasklet non viene mai eseguito contemporaneamente su due
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processori, non dovete preoccuparvi che sia rientrante (ovvero eseguito
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più volte in contemporanea), perfino su sistemi multi-processore.
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Differenti tasklet/timer
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Se un altro tasklet/timer vuole condividere dati col vostro tasklet o timer,
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allora avrete bisogno entrambe di spin_lock() e
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spin_unlock(). Qui spin_lock_bh() è inutile, siete già
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in un tasklet ed avete la garanzia che nessun altro verrà eseguito sullo
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stesso processore.
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Sincronizzazione fra softirq
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Spesso un softirq potrebbe condividere dati con se stesso o un tasklet/timer.
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|
Lo stesso softirq
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~~~~~~~~~~~~~~~~~
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Lo stesso softirq può essere eseguito su un diverso processore: allo scopo
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di migliorare le prestazioni potete utilizzare dati riservati ad ogni
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processore (vedere `Dati per processore`_). Se siete arrivati
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fino a questo punto nell'uso dei softirq, probabilmente tenete alla scalabilità
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delle prestazioni abbastanza da giustificarne la complessità aggiuntiva.
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Dovete utilizzare spin_lock() e spin_unlock() per
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proteggere i dati condivisi.
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Diversi Softirqs
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~~~~~~~~~~~~~~~~
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Dovete utilizzare spin_lock() e spin_unlock() per
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proteggere i dati condivisi, che siano timer, tasklet, diversi softirq o
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lo stesso o altri softirq: uno qualsiasi di essi potrebbe essere in esecuzione
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su un diverso processore.
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.. _`it_hardirq-context`:
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Contesto di interruzione hardware
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Solitamente le interruzioni hardware comunicano con un tasklet o un softirq.
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Spesso questo si traduce nel mettere in coda qualcosa da fare che verrà
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preso in carico da un softirq.
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Sincronizzazione fra interruzioni hardware e softirq/tasklet
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Se un gestore di interruzioni hardware condivide dati con un softirq, allora
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avrete due preoccupazioni. Primo, il softirq può essere interrotto da
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un'interruzione hardware, e secondo, la sezione critica potrebbe essere
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eseguita da un'interruzione hardware su un processore diverso. Questo è il caso
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dove spin_lock_irq() viene utilizzato. Disabilita le interruzioni
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sul processore che l'esegue, poi trattiene il lock. spin_unlock_irq()
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fa l'opposto.
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Il gestore d'interruzione hardware non ha bisogno di usare spin_lock_irq()
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perché i softirq non possono essere eseguiti quando il gestore d'interruzione
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hardware è in esecuzione: per questo si può usare spin_lock(), che è un po'
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più veloce. L'unica eccezione è quando un altro gestore d'interruzioni
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hardware utilizza lo stesso *lock*: spin_lock_irq() impedirà a questo
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secondo gestore di interrompere quello in esecuzione.
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Questo funziona alla perfezione anche sui sistemi monoprocessore: gli spinlock
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svaniscono e questa macro diventa semplicemente local_irq_disable()
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(``include/asm/smp.h``), la quale impedisce a softirq/tasklet/BH d'essere
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eseguiti.
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spin_lock_irqsave() (``include/linux/spinlock.h``) è una variante che
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salva lo stato delle interruzioni in una variabile, questa verrà poi passata
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a spin_unlock_irqrestore(). Questo significa che lo stesso codice
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potrà essere utilizzato in un'interruzione hardware (dove le interruzioni sono
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già disabilitate) e in un softirq (dove la disabilitazione delle interruzioni
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è richiesta).
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Da notare che i softirq (e quindi tasklet e timer) sono eseguiti al ritorno
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da un'interruzione hardware, quindi spin_lock_irq() interrompe
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anche questi. Tenuto conto di questo si può dire che
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spin_lock_irqsave() è la funzione di sincronizzazione più generica
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e potente.
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Sincronizzazione fra due gestori d'interruzioni hardware
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Condividere dati fra due gestori di interruzione hardware è molto raro, ma se
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succede, dovreste usare spin_lock_irqsave(): è una specificità
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dell'architettura il fatto che tutte le interruzioni vengano interrotte
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quando si eseguono di gestori di interruzioni.
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Bigino della sincronizzazione
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=============================
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Pete Zaitcev ci offre il seguente riassunto:
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- Se siete in un contesto utente (una qualsiasi chiamata di sistema)
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e volete sincronizzarvi con altri processi, usate i mutex. Potete trattenere
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il mutex e dormire (``copy_from_user(`` o ``kmalloc(x,GFP_KERNEL)``).
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- Altrimenti (== i dati possono essere manipolati da un'interruzione) usate
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spin_lock_irqsave() e spin_unlock_irqrestore().
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- Evitate di trattenere uno spinlock per più di 5 righe di codice incluse
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le chiamate a funzione (ad eccezione di quell per l'accesso come
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readb()).
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Tabella dei requisiti minimi
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----------------------------
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La tabella seguente illustra i requisiti **minimi** per la sincronizzazione fra
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diversi contesti. In alcuni casi, lo stesso contesto può essere eseguito solo
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da un processore per volta, quindi non ci sono requisiti per la
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sincronizzazione (per esempio, un thread può essere eseguito solo su un
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processore alla volta, ma se deve condividere dati con un altro thread, allora
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la sincronizzazione è necessaria).
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Ricordatevi il suggerimento qui sopra: potete sempre usare
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spin_lock_irqsave(), che è un sovrainsieme di tutte le altre funzioni
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per spinlock.
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============== ============= ============= ========= ========= ========= ========= ======= ======= ============== ==============
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. IRQ Handler A IRQ Handler B Softirq A Softirq B Tasklet A Tasklet B Timer A Timer B User Context A User Context B
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============== ============= ============= ========= ========= ========= ========= ======= ======= ============== ==============
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IRQ Handler A None
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IRQ Handler B SLIS None
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Softirq A SLI SLI SL
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Softirq B SLI SLI SL SL
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Tasklet A SLI SLI SL SL None
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Tasklet B SLI SLI SL SL SL None
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Timer A SLI SLI SL SL SL SL None
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Timer B SLI SLI SL SL SL SL SL None
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User Context A SLI SLI SLBH SLBH SLBH SLBH SLBH SLBH None
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User Context B SLI SLI SLBH SLBH SLBH SLBH SLBH SLBH MLI None
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============== ============= ============= ========= ========= ========= ========= ======= ======= ============== ==============
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Table: Tabella dei requisiti per la sincronizzazione
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+--------+----------------------------+
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| SLIS | spin_lock_irqsave |
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+--------+----------------------------+
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| SLI | spin_lock_irq |
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||
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+--------+----------------------------+
|
||
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| SL | spin_lock |
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+--------+----------------------------+
|
||
|
| SLBH | spin_lock_bh |
|
||
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+--------+----------------------------+
|
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|
| MLI | mutex_lock_interruptible |
|
||
|
+--------+----------------------------+
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Table: Legenda per la tabella dei requisiti per la sincronizzazione
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Le funzioni *trylock*
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=====================
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Ci sono funzioni che provano a trattenere un *lock* solo una volta e
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ritornano immediatamente comunicato il successo od il fallimento
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dell'operazione. Posso essere usate quando non serve accedere ai dati
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protetti dal *lock* quando qualche altro thread lo sta già facendo
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trattenendo il *lock*. Potrete acquisire il *lock* più tardi se vi
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||
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serve accedere ai dati protetti da questo *lock*.
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|
La funzione spin_trylock() non ritenta di acquisire il *lock*,
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se ci riesce al primo colpo ritorna un valore diverso da zero, altrimenti
|
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se fallisce ritorna 0. Questa funzione può essere utilizzata in un qualunque
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contesto, ma come spin_lock(): dovete disabilitare i contesti che
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potrebbero interrompervi e quindi trattenere lo spinlock.
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|
La funzione mutex_trylock() invece di sospendere il vostro processo
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ritorna un valore diverso da zero se è possibile trattenere il lock al primo
|
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colpo, altrimenti se fallisce ritorna 0. Nonostante non dorma, questa funzione
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non può essere usata in modo sicuro in contesti di interruzione hardware o
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software.
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|
Esempi più comuni
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||
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=================
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|
Guardiamo un semplice esempio: una memoria che associa nomi a numeri.
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|
La memoria tiene traccia di quanto spesso viene utilizzato ogni oggetto;
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|
quando è piena, l'oggetto meno usato viene eliminato.
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|
||
|
Tutto in contesto utente
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|
------------------------
|
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|
Nel primo esempio, supponiamo che tutte le operazioni avvengano in contesto
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utente (in soldoni, da una chiamata di sistema), quindi possiamo dormire.
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Questo significa che possiamo usare i mutex per proteggere la nostra memoria
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e tutti gli oggetti che contiene. Ecco il codice::
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#include <linux/list.h>
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#include <linux/slab.h>
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#include <linux/string.h>
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#include <linux/mutex.h>
|
||
|
#include <asm/errno.h>
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||
|
|
||
|
struct object
|
||
|
{
|
||
|
struct list_head list;
|
||
|
int id;
|
||
|
char name[32];
|
||
|
int popularity;
|
||
|
};
|
||
|
|
||
|
/* Protects the cache, cache_num, and the objects within it */
|
||
|
static DEFINE_MUTEX(cache_lock);
|
||
|
static LIST_HEAD(cache);
|
||
|
static unsigned int cache_num = 0;
|
||
|
#define MAX_CACHE_SIZE 10
|
||
|
|
||
|
/* Must be holding cache_lock */
|
||
|
static struct object *__cache_find(int id)
|
||
|
{
|
||
|
struct object *i;
|
||
|
|
||
|
list_for_each_entry(i, &cache, list)
|
||
|
if (i->id == id) {
|
||
|
i->popularity++;
|
||
|
return i;
|
||
|
}
|
||
|
return NULL;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
/* Must be holding cache_lock */
|
||
|
static void __cache_delete(struct object *obj)
|
||
|
{
|
||
|
BUG_ON(!obj);
|
||
|
list_del(&obj->list);
|
||
|
kfree(obj);
|
||
|
cache_num--;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
/* Must be holding cache_lock */
|
||
|
static void __cache_add(struct object *obj)
|
||
|
{
|
||
|
list_add(&obj->list, &cache);
|
||
|
if (++cache_num > MAX_CACHE_SIZE) {
|
||
|
struct object *i, *outcast = NULL;
|
||
|
list_for_each_entry(i, &cache, list) {
|
||
|
if (!outcast || i->popularity < outcast->popularity)
|
||
|
outcast = i;
|
||
|
}
|
||
|
__cache_delete(outcast);
|
||
|
}
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
int cache_add(int id, const char *name)
|
||
|
{
|
||
|
struct object *obj;
|
||
|
|
||
|
if ((obj = kmalloc(sizeof(*obj), GFP_KERNEL)) == NULL)
|
||
|
return -ENOMEM;
|
||
|
|
||
|
strscpy(obj->name, name, sizeof(obj->name));
|
||
|
obj->id = id;
|
||
|
obj->popularity = 0;
|
||
|
|
||
|
mutex_lock(&cache_lock);
|
||
|
__cache_add(obj);
|
||
|
mutex_unlock(&cache_lock);
|
||
|
return 0;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
void cache_delete(int id)
|
||
|
{
|
||
|
mutex_lock(&cache_lock);
|
||
|
__cache_delete(__cache_find(id));
|
||
|
mutex_unlock(&cache_lock);
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
int cache_find(int id, char *name)
|
||
|
{
|
||
|
struct object *obj;
|
||
|
int ret = -ENOENT;
|
||
|
|
||
|
mutex_lock(&cache_lock);
|
||
|
obj = __cache_find(id);
|
||
|
if (obj) {
|
||
|
ret = 0;
|
||
|
strcpy(name, obj->name);
|
||
|
}
|
||
|
mutex_unlock(&cache_lock);
|
||
|
return ret;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
Da notare che ci assicuriamo sempre di trattenere cache_lock quando
|
||
|
aggiungiamo, rimuoviamo od ispezioniamo la memoria: sia la struttura
|
||
|
della memoria che il suo contenuto sono protetti dal *lock*. Questo
|
||
|
caso è semplice dato che copiamo i dati dall'utente e non permettiamo
|
||
|
mai loro di accedere direttamente agli oggetti.
|
||
|
|
||
|
C'è una piccola ottimizzazione qui: nella funzione cache_add()
|
||
|
impostiamo i campi dell'oggetto prima di acquisire il *lock*. Questo è
|
||
|
sicuro perché nessun altro potrà accedervi finché non lo inseriremo
|
||
|
nella memoria.
|
||
|
|
||
|
Accesso dal contesto utente
|
||
|
---------------------------
|
||
|
|
||
|
Ora consideriamo il caso in cui cache_find() può essere invocata
|
||
|
dal contesto d'interruzione: sia hardware che software. Un esempio potrebbe
|
||
|
essere un timer che elimina oggetti dalla memoria.
|
||
|
|
||
|
Qui di seguito troverete la modifica nel formato *patch*: le righe ``-``
|
||
|
sono quelle rimosse, mentre quelle ``+`` sono quelle aggiunte.
|
||
|
|
||
|
::
|
||
|
|
||
|
--- cache.c.usercontext 2003-12-09 13:58:54.000000000 +1100
|
||
|
+++ cache.c.interrupt 2003-12-09 14:07:49.000000000 +1100
|
||
|
@@ -12,7 +12,7 @@
|
||
|
int popularity;
|
||
|
};
|
||
|
|
||
|
-static DEFINE_MUTEX(cache_lock);
|
||
|
+static DEFINE_SPINLOCK(cache_lock);
|
||
|
static LIST_HEAD(cache);
|
||
|
static unsigned int cache_num = 0;
|
||
|
#define MAX_CACHE_SIZE 10
|
||
|
@@ -55,6 +55,7 @@
|
||
|
int cache_add(int id, const char *name)
|
||
|
{
|
||
|
struct object *obj;
|
||
|
+ unsigned long flags;
|
||
|
|
||
|
if ((obj = kmalloc(sizeof(*obj), GFP_KERNEL)) == NULL)
|
||
|
return -ENOMEM;
|
||
|
@@ -63,30 +64,33 @@
|
||
|
obj->id = id;
|
||
|
obj->popularity = 0;
|
||
|
|
||
|
- mutex_lock(&cache_lock);
|
||
|
+ spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
__cache_add(obj);
|
||
|
- mutex_unlock(&cache_lock);
|
||
|
+ spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
|
||
|
return 0;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
void cache_delete(int id)
|
||
|
{
|
||
|
- mutex_lock(&cache_lock);
|
||
|
+ unsigned long flags;
|
||
|
+
|
||
|
+ spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
__cache_delete(__cache_find(id));
|
||
|
- mutex_unlock(&cache_lock);
|
||
|
+ spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
int cache_find(int id, char *name)
|
||
|
{
|
||
|
struct object *obj;
|
||
|
int ret = -ENOENT;
|
||
|
+ unsigned long flags;
|
||
|
|
||
|
- mutex_lock(&cache_lock);
|
||
|
+ spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
obj = __cache_find(id);
|
||
|
if (obj) {
|
||
|
ret = 0;
|
||
|
strcpy(name, obj->name);
|
||
|
}
|
||
|
- mutex_unlock(&cache_lock);
|
||
|
+ spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
|
||
|
return ret;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
Da notare che spin_lock_irqsave() disabiliterà le interruzioni
|
||
|
se erano attive, altrimenti non farà niente (quando siamo già in un contesto
|
||
|
d'interruzione); dunque queste funzioni possono essere chiamante in
|
||
|
sicurezza da qualsiasi contesto.
|
||
|
|
||
|
Sfortunatamente, cache_add() invoca kmalloc() con
|
||
|
l'opzione ``GFP_KERNEL`` che è permessa solo in contesto utente. Ho supposto
|
||
|
che cache_add() venga chiamata dal contesto utente, altrimenti
|
||
|
questa opzione deve diventare un parametro di cache_add().
|
||
|
|
||
|
Esporre gli oggetti al di fuori del file
|
||
|
----------------------------------------
|
||
|
|
||
|
Se i vostri oggetti contengono più informazioni, potrebbe non essere
|
||
|
sufficiente copiare i dati avanti e indietro: per esempio, altre parti del
|
||
|
codice potrebbero avere un puntatore a questi oggetti piuttosto che cercarli
|
||
|
ogni volta. Questo introduce due problemi.
|
||
|
|
||
|
Il primo problema è che utilizziamo ``cache_lock`` per proteggere gli oggetti:
|
||
|
dobbiamo renderlo dinamico così che il resto del codice possa usarlo. Questo
|
||
|
rende la sincronizzazione più complicata dato che non avviene più in un unico
|
||
|
posto.
|
||
|
|
||
|
Il secondo problema è il problema del ciclo di vita: se un'altra struttura
|
||
|
mantiene un puntatore ad un oggetto, presumibilmente si aspetta che questo
|
||
|
puntatore rimanga valido. Sfortunatamente, questo è garantito solo mentre
|
||
|
si trattiene il *lock*, altrimenti qualcuno potrebbe chiamare
|
||
|
cache_delete() o peggio, aggiungere un oggetto che riutilizza lo
|
||
|
stesso indirizzo.
|
||
|
|
||
|
Dato che c'è un solo *lock*, non potete trattenerlo a vita: altrimenti
|
||
|
nessun altro potrà eseguire il proprio lavoro.
|
||
|
|
||
|
La soluzione a questo problema è l'uso di un contatore di riferimenti:
|
||
|
chiunque punti ad un oggetto deve incrementare il contatore, e decrementarlo
|
||
|
quando il puntatore non viene più usato. Quando il contatore raggiunge lo zero
|
||
|
significa che non è più usato e l'oggetto può essere rimosso.
|
||
|
|
||
|
Ecco il codice::
|
||
|
|
||
|
--- cache.c.interrupt 2003-12-09 14:25:43.000000000 +1100
|
||
|
+++ cache.c.refcnt 2003-12-09 14:33:05.000000000 +1100
|
||
|
@@ -7,6 +7,7 @@
|
||
|
struct object
|
||
|
{
|
||
|
struct list_head list;
|
||
|
+ unsigned int refcnt;
|
||
|
int id;
|
||
|
char name[32];
|
||
|
int popularity;
|
||
|
@@ -17,6 +18,35 @@
|
||
|
static unsigned int cache_num = 0;
|
||
|
#define MAX_CACHE_SIZE 10
|
||
|
|
||
|
+static void __object_put(struct object *obj)
|
||
|
+{
|
||
|
+ if (--obj->refcnt == 0)
|
||
|
+ kfree(obj);
|
||
|
+}
|
||
|
+
|
||
|
+static void __object_get(struct object *obj)
|
||
|
+{
|
||
|
+ obj->refcnt++;
|
||
|
+}
|
||
|
+
|
||
|
+void object_put(struct object *obj)
|
||
|
+{
|
||
|
+ unsigned long flags;
|
||
|
+
|
||
|
+ spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
+ __object_put(obj);
|
||
|
+ spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
|
||
|
+}
|
||
|
+
|
||
|
+void object_get(struct object *obj)
|
||
|
+{
|
||
|
+ unsigned long flags;
|
||
|
+
|
||
|
+ spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
+ __object_get(obj);
|
||
|
+ spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
|
||
|
+}
|
||
|
+
|
||
|
/* Must be holding cache_lock */
|
||
|
static struct object *__cache_find(int id)
|
||
|
{
|
||
|
@@ -35,6 +65,7 @@
|
||
|
{
|
||
|
BUG_ON(!obj);
|
||
|
list_del(&obj->list);
|
||
|
+ __object_put(obj);
|
||
|
cache_num--;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
@@ -63,6 +94,7 @@
|
||
|
strscpy(obj->name, name, sizeof(obj->name));
|
||
|
obj->id = id;
|
||
|
obj->popularity = 0;
|
||
|
+ obj->refcnt = 1; /* The cache holds a reference */
|
||
|
|
||
|
spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
__cache_add(obj);
|
||
|
@@ -79,18 +111,15 @@
|
||
|
spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
-int cache_find(int id, char *name)
|
||
|
+struct object *cache_find(int id)
|
||
|
{
|
||
|
struct object *obj;
|
||
|
- int ret = -ENOENT;
|
||
|
unsigned long flags;
|
||
|
|
||
|
spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
obj = __cache_find(id);
|
||
|
- if (obj) {
|
||
|
- ret = 0;
|
||
|
- strcpy(name, obj->name);
|
||
|
- }
|
||
|
+ if (obj)
|
||
|
+ __object_get(obj);
|
||
|
spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
|
||
|
- return ret;
|
||
|
+ return obj;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
Abbiamo incapsulato il contatore di riferimenti nelle tipiche funzioni
|
||
|
di 'get' e 'put'. Ora possiamo ritornare l'oggetto da cache_find()
|
||
|
col vantaggio che l'utente può dormire trattenendo l'oggetto (per esempio,
|
||
|
copy_to_user() per copiare il nome verso lo spazio utente).
|
||
|
|
||
|
Un altro punto da notare è che ho detto che il contatore dovrebbe incrementarsi
|
||
|
per ogni puntatore ad un oggetto: quindi il contatore di riferimenti è 1
|
||
|
quando l'oggetto viene inserito nella memoria. In altre versione il framework
|
||
|
non trattiene un riferimento per se, ma diventa più complicato.
|
||
|
|
||
|
Usare operazioni atomiche per il contatore di riferimenti
|
||
|
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
|
||
|
|
||
|
In sostanza, :c:type:`atomic_t` viene usato come contatore di riferimenti.
|
||
|
Ci sono un certo numbero di operazioni atomiche definite
|
||
|
in ``include/asm/atomic.h``: queste sono garantite come atomiche su qualsiasi
|
||
|
processore del sistema, quindi non sono necessari i *lock*. In questo caso è
|
||
|
più semplice rispetto all'uso degli spinlock, benché l'uso degli spinlock
|
||
|
sia più elegante per casi non banali. Le funzioni atomic_inc() e
|
||
|
atomic_dec_and_test() vengono usate al posto dei tipici operatori di
|
||
|
incremento e decremento, e i *lock* non sono più necessari per proteggere il
|
||
|
contatore stesso.
|
||
|
|
||
|
::
|
||
|
|
||
|
--- cache.c.refcnt 2003-12-09 15:00:35.000000000 +1100
|
||
|
+++ cache.c.refcnt-atomic 2003-12-11 15:49:42.000000000 +1100
|
||
|
@@ -7,7 +7,7 @@
|
||
|
struct object
|
||
|
{
|
||
|
struct list_head list;
|
||
|
- unsigned int refcnt;
|
||
|
+ atomic_t refcnt;
|
||
|
int id;
|
||
|
char name[32];
|
||
|
int popularity;
|
||
|
@@ -18,33 +18,15 @@
|
||
|
static unsigned int cache_num = 0;
|
||
|
#define MAX_CACHE_SIZE 10
|
||
|
|
||
|
-static void __object_put(struct object *obj)
|
||
|
-{
|
||
|
- if (--obj->refcnt == 0)
|
||
|
- kfree(obj);
|
||
|
-}
|
||
|
-
|
||
|
-static void __object_get(struct object *obj)
|
||
|
-{
|
||
|
- obj->refcnt++;
|
||
|
-}
|
||
|
-
|
||
|
void object_put(struct object *obj)
|
||
|
{
|
||
|
- unsigned long flags;
|
||
|
-
|
||
|
- spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
- __object_put(obj);
|
||
|
- spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
|
||
|
+ if (atomic_dec_and_test(&obj->refcnt))
|
||
|
+ kfree(obj);
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
void object_get(struct object *obj)
|
||
|
{
|
||
|
- unsigned long flags;
|
||
|
-
|
||
|
- spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
- __object_get(obj);
|
||
|
- spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
|
||
|
+ atomic_inc(&obj->refcnt);
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
/* Must be holding cache_lock */
|
||
|
@@ -65,7 +47,7 @@
|
||
|
{
|
||
|
BUG_ON(!obj);
|
||
|
list_del(&obj->list);
|
||
|
- __object_put(obj);
|
||
|
+ object_put(obj);
|
||
|
cache_num--;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
@@ -94,7 +76,7 @@
|
||
|
strscpy(obj->name, name, sizeof(obj->name));
|
||
|
obj->id = id;
|
||
|
obj->popularity = 0;
|
||
|
- obj->refcnt = 1; /* The cache holds a reference */
|
||
|
+ atomic_set(&obj->refcnt, 1); /* The cache holds a reference */
|
||
|
|
||
|
spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
__cache_add(obj);
|
||
|
@@ -119,7 +101,7 @@
|
||
|
spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
obj = __cache_find(id);
|
||
|
if (obj)
|
||
|
- __object_get(obj);
|
||
|
+ object_get(obj);
|
||
|
spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
|
||
|
return obj;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
Proteggere l'oggetto stesso
|
||
|
---------------------------
|
||
|
|
||
|
In questo esempio, assumiamo che gli oggetti (ad eccezione del contatore
|
||
|
di riferimenti) non cambino mai dopo la loro creazione. Se vogliamo permettere
|
||
|
al nome di cambiare abbiamo tre possibilità:
|
||
|
|
||
|
- Si può togliere static da ``cache_lock`` e dire agli utenti che devono
|
||
|
trattenere il *lock* prima di modificare il nome di un oggetto.
|
||
|
|
||
|
- Si può fornire una funzione cache_obj_rename() che prende il
|
||
|
*lock* e cambia il nome per conto del chiamante; si dirà poi agli utenti
|
||
|
di usare questa funzione.
|
||
|
|
||
|
- Si può decidere che ``cache_lock`` protegge solo la memoria stessa, ed
|
||
|
un altro *lock* è necessario per la protezione del nome.
|
||
|
|
||
|
Teoricamente, possiamo avere un *lock* per ogni campo e per ogni oggetto.
|
||
|
In pratica, le varianti più comuni sono:
|
||
|
|
||
|
- un *lock* che protegge l'infrastruttura (la lista ``cache`` di questo
|
||
|
esempio) e gli oggetti. Questo è quello che abbiamo fatto finora.
|
||
|
|
||
|
- un *lock* che protegge l'infrastruttura (inclusi i puntatori alla lista
|
||
|
negli oggetti), e un *lock* nell'oggetto per proteggere il resto
|
||
|
dell'oggetto stesso.
|
||
|
|
||
|
- *lock* multipli per proteggere l'infrastruttura (per esempio un *lock*
|
||
|
per ogni lista), possibilmente con un *lock* per oggetto.
|
||
|
|
||
|
Qui di seguito un'implementazione con "un lock per oggetto":
|
||
|
|
||
|
::
|
||
|
|
||
|
--- cache.c.refcnt-atomic 2003-12-11 15:50:54.000000000 +1100
|
||
|
+++ cache.c.perobjectlock 2003-12-11 17:15:03.000000000 +1100
|
||
|
@@ -6,11 +6,17 @@
|
||
|
|
||
|
struct object
|
||
|
{
|
||
|
+ /* These two protected by cache_lock. */
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struct list_head list;
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+ int popularity;
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+
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atomic_t refcnt;
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+
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+ /* Doesn't change once created. */
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int id;
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+
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+ spinlock_t lock; /* Protects the name */
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char name[32];
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- int popularity;
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};
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static DEFINE_SPINLOCK(cache_lock);
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@@ -77,6 +84,7 @@
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obj->id = id;
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obj->popularity = 0;
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atomic_set(&obj->refcnt, 1); /* The cache holds a reference */
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+ spin_lock_init(&obj->lock);
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spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
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__cache_add(obj);
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|
Da notare che ho deciso che il contatore di popolarità dovesse essere
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protetto da ``cache_lock`` piuttosto che dal *lock* dell'oggetto; questo
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perché è logicamente parte dell'infrastruttura (come
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:c:type:`struct list_head <list_head>` nell'oggetto). In questo modo,
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in __cache_add(), non ho bisogno di trattenere il *lock* di ogni
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oggetto mentre si cerca il meno popolare.
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Ho anche deciso che il campo id è immutabile, quindi non ho bisogno di
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trattenere il lock dell'oggetto quando si usa __cache_find()
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per leggere questo campo; il *lock* dell'oggetto è usato solo dal chiamante
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che vuole leggere o scrivere il campo name.
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Inoltre, da notare che ho aggiunto un commento che descrive i dati che sono
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protetti dal *lock*. Questo è estremamente importante in quanto descrive il
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comportamento del codice, che altrimenti sarebbe di difficile comprensione
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leggendo solamente il codice. E come dice Alan Cox: “Lock data, not code”.
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Problemi comuni
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===============
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Stallo: semplice ed avanzato
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Esiste un tipo di baco dove un pezzo di codice tenta di trattenere uno
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spinlock due volte: questo rimarrà in attesa attiva per sempre aspettando che
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il *lock* venga rilasciato (in Linux spinlocks, rwlocks e mutex non sono
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ricorsivi).
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Questo è facile da diagnosticare: non è uno di quei problemi che ti tengono
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sveglio 5 notti a parlare da solo.
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Un caso un pochino più complesso; immaginate d'avere una spazio condiviso
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fra un softirq ed il contesto utente. Se usate spin_lock() per
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proteggerlo, il contesto utente potrebbe essere interrotto da un softirq
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mentre trattiene il lock, da qui il softirq rimarrà in attesa attiva provando
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ad acquisire il *lock* già trattenuto nel contesto utente.
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Questi casi sono chiamati stalli (*deadlock*), e come mostrato qui sopra,
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può succedere anche con un solo processore (Ma non sui sistemi
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monoprocessore perché gli spinlock spariscano quando il kernel è compilato
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con ``CONFIG_SMP``\ =n. Nonostante ciò, nel secondo caso avrete comunque
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una corruzione dei dati).
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Questi casi sono facili da diagnosticare; sui sistemi multi-processore
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il supervisione (*watchdog*) o l'opzione di compilazione ``DEBUG_SPINLOCK``
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(``include/linux/spinlock.h``) permettono di scovare immediatamente quando
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succedono.
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Esiste un caso più complesso che è conosciuto come l'abbraccio della morte;
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questo coinvolge due o più *lock*. Diciamo che avete un vettore di hash in cui
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ogni elemento è uno spinlock a cui è associata una lista di elementi con lo
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stesso hash. In un gestore di interruzioni software, dovete modificare un
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oggetto e spostarlo su un altro hash; quindi dovrete trattenete lo spinlock
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del vecchio hash e di quello nuovo, quindi rimuovere l'oggetto dal vecchio ed
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inserirlo nel nuovo.
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Qui abbiamo due problemi. Primo, se il vostro codice prova a spostare un
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oggetto all'interno della stessa lista, otterrete uno stallo visto che
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tenterà di trattenere lo stesso *lock* due volte. Secondo, se la stessa
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interruzione software su un altro processore sta tentando di spostare
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un altro oggetto nella direzione opposta, potrebbe accadere quanto segue:
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+---------------------------------+---------------------------------+
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| CPU 1 | CPU 2 |
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+=================================+=================================+
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| Trattiene *lock* A -> OK | Trattiene *lock* B -> OK |
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+---------------------------------+---------------------------------+
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| Trattiene *lock* B -> attesa | Trattiene *lock* A -> attesa |
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+---------------------------------+---------------------------------+
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Table: Conseguenze
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Entrambe i processori rimarranno in attesa attiva sul *lock* per sempre,
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aspettando che l'altro lo rilasci. Sembra e puzza come un blocco totale.
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Prevenire gli stalli
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--------------------
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I libri di testo vi diranno che se trattenete i *lock* sempre nello stesso
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ordine non avrete mai un simile stallo. La pratica vi dirà che questo
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approccio non funziona all'ingrandirsi del sistema: quando creo un nuovo
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*lock* non ne capisco abbastanza del kernel per dire in quale dei 5000 *lock*
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si incastrerà.
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I *lock* migliori sono quelli incapsulati: non vengono esposti nei file di
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intestazione, e non vengono mai trattenuti fuori dallo stesso file. Potete
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rileggere questo codice e vedere che non ci sarà mai uno stallo perché
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non tenterà mai di trattenere un altro *lock* quando lo ha già.
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Le persone che usano il vostro codice non devono nemmeno sapere che voi
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state usando dei *lock*.
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Un classico problema deriva dall'uso di *callback* e di *hook*: se li
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chiamate mentre trattenete un *lock*, rischiate uno stallo o un abbraccio
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della morte (chi lo sa cosa farà una *callback*?).
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|
Ossessiva prevenzione degli stalli
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~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
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Gli stalli sono un problema, ma non così terribile come la corruzione dei dati.
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Un pezzo di codice trattiene un *lock* di lettura, cerca in una lista,
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fallisce nel trovare quello che vuole, quindi rilascia il *lock* di lettura,
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trattiene un *lock* di scrittura ed inserisce un oggetto; questo genere di
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codice presenta una corsa critica.
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corsa fra temporizzatori: un passatempo del kernel
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--------------------------------------------------
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I temporizzatori potrebbero avere dei problemi con le corse critiche.
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Considerate una collezione di oggetti (liste, hash, eccetera) dove ogni oggetto
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ha un temporizzatore che sta per distruggerlo.
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Se volete eliminare l'intera collezione (diciamo quando rimuovete un modulo),
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potreste fare come segue::
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/* THIS CODE BAD BAD BAD BAD: IF IT WAS ANY WORSE IT WOULD USE
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|
HUNGARIAN NOTATION */
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|
spin_lock_bh(&list_lock);
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||
|
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||
|
while (list) {
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||
|
struct foo *next = list->next;
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||
|
del_timer(&list->timer);
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|
kfree(list);
|
||
|
list = next;
|
||
|
}
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||
|
|
||
|
spin_unlock_bh(&list_lock);
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||
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|
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|
Primo o poi, questo esploderà su un sistema multiprocessore perché un
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temporizzatore potrebbe essere già partiro prima di spin_lock_bh(),
|
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e prenderà il *lock* solo dopo spin_unlock_bh(), e cercherà
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||
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di eliminare il suo oggetto (che però è già stato eliminato).
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|
Questo può essere evitato controllando il valore di ritorno di
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|
del_timer(): se ritorna 1, il temporizzatore è stato già
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|
rimosso. Se 0, significa (in questo caso) che il temporizzatore è in
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esecuzione, quindi possiamo fare come segue::
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retry:
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|
spin_lock_bh(&list_lock);
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||
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while (list) {
|
||
|
struct foo *next = list->next;
|
||
|
if (!del_timer(&list->timer)) {
|
||
|
/* Give timer a chance to delete this */
|
||
|
spin_unlock_bh(&list_lock);
|
||
|
goto retry;
|
||
|
}
|
||
|
kfree(list);
|
||
|
list = next;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
spin_unlock_bh(&list_lock);
|
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|
Un altro problema è l'eliminazione dei temporizzatori che si riavviano
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|
da soli (chiamando add_timer() alla fine della loro esecuzione).
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|
Dato che questo è un problema abbastanza comune con una propensione
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alle corse critiche, dovreste usare del_timer_sync()
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|
(``include/linux/timer.h``) per gestire questo caso. Questa ritorna il
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numero di volte che il temporizzatore è stato interrotto prima che
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fosse in grado di fermarlo senza che si riavviasse.
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Velocità della sincronizzazione
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===============================
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Ci sono tre cose importanti da tenere in considerazione quando si valuta
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la velocità d'esecuzione di un pezzo di codice che necessita di
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sincronizzazione. La prima è la concorrenza: quante cose rimangono in attesa
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mentre qualcuno trattiene un *lock*. La seconda è il tempo necessario per
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acquisire (senza contese) e rilasciare un *lock*. La terza è di usare meno
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*lock* o di più furbi. Immagino che i *lock* vengano usati regolarmente,
|
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altrimenti, non sareste interessati all'efficienza.
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|
La concorrenza dipende da quanto a lungo un *lock* è trattenuto: dovreste
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trattenere un *lock* solo il tempo minimo necessario ma non un istante in più.
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|
Nella memoria dell'esempio precedente, creiamo gli oggetti senza trattenere
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il *lock*, poi acquisiamo il *lock* quando siamo pronti per inserirlo nella
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lista.
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|
Il tempo di acquisizione di un *lock* dipende da quanto danno fa
|
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|
l'operazione sulla *pipeline* (ovvero stalli della *pipeline*) e quant'è
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|
probabile che il processore corrente sia stato anche l'ultimo ad acquisire
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|
il *lock* (in pratica, il *lock* è nella memoria cache del processore
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|
corrente?): su sistemi multi-processore questa probabilità precipita
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|
rapidamente. Consideriamo un processore Intel Pentium III a 700Mhz: questo
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esegue un'istruzione in 0.7ns, un incremento atomico richiede 58ns, acquisire
|
||
|
un *lock* che è nella memoria cache del processore richiede 160ns, e un
|
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|
trasferimento dalla memoria cache di un altro processore richiede altri
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|
170/360ns (Leggetevi l'articolo di Paul McKenney's `Linux Journal RCU
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|
article <http://www.linuxjournal.com/article.php?sid=6993>`__).
|
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|
Questi due obiettivi sono in conflitto: trattenere un *lock* per il minor
|
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|
tempo possibile potrebbe richiedere la divisione in più *lock* per diverse
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parti (come nel nostro ultimo esempio con un *lock* per ogni oggetto),
|
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ma questo aumenta il numero di acquisizioni di *lock*, ed il risultato
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spesso è che tutto è più lento che con un singolo *lock*. Questo è un altro
|
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argomento in favore della semplicità quando si parla di sincronizzazione.
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|
Il terzo punto è discusso di seguito: ci sono alcune tecniche per ridurre
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il numero di sincronizzazioni che devono essere fatte.
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Read/Write Lock Variants
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------------------------
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Sia gli spinlock che i mutex hanno una variante per la lettura/scrittura
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(read/write): ``rwlock_t`` e :c:type:`struct rw_semaphore <rw_semaphore>`.
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|
Queste dividono gli utenti in due categorie: i lettori e gli scrittori.
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|
Se state solo leggendo i dati, potete acquisire il *lock* di lettura, ma
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per scrivere avrete bisogno del *lock* di scrittura. Molti possono trattenere
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il *lock* di lettura, ma solo uno scrittore alla volta può trattenere
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quello di scrittura.
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|
Se il vostro codice si divide chiaramente in codice per lettori e codice
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per scrittori (come nel nostro esempio), e il *lock* dei lettori viene
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trattenuto per molto tempo, allora l'uso di questo tipo di *lock* può aiutare.
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|
Questi sono leggermente più lenti rispetto alla loro versione normale, quindi
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nella pratica l'uso di ``rwlock_t`` non ne vale la pena.
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Evitare i *lock*: Read Copy Update
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--------------------------------------------
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Esiste un metodo di sincronizzazione per letture e scritture detto
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Read Copy Update. Con l'uso della tecnica RCU, i lettori possono scordarsi
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|
completamente di trattenere i *lock*; dato che nel nostro esempio ci
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aspettiamo d'avere più lettore che scrittori (altrimenti questa memoria
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|
sarebbe uno spreco) possiamo dire che questo meccanismo permette
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un'ottimizzazione.
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|
Come facciamo a sbarazzarci dei *lock* di lettura? Sbarazzarsi dei *lock* di
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|
lettura significa che uno scrittore potrebbe cambiare la lista sotto al naso
|
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dei lettori. Questo è abbastanza semplice: possiamo leggere una lista
|
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concatenata se lo scrittore aggiunge elementi alla fine e con certe
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|
precauzioni. Per esempio, aggiungendo ``new`` ad una lista concatenata
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chiamata ``list``::
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new->next = list->next;
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wmb();
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list->next = new;
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||
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La funzione wmb() è una barriera di sincronizzazione delle
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scritture. Questa garantisce che la prima operazione (impostare l'elemento
|
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|
``next`` del nuovo elemento) venga completata e vista da tutti i processori
|
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prima che venga eseguita la seconda operazione (che sarebbe quella di mettere
|
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|
il nuovo elemento nella lista). Questo è importante perché i moderni
|
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|
compilatori ed i moderni processori possono, entrambe, riordinare le istruzioni
|
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|
se non vengono istruiti altrimenti: vogliamo che i lettori non vedano
|
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|
completamente il nuovo elemento; oppure che lo vedano correttamente e quindi
|
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|
il puntatore ``next`` deve puntare al resto della lista.
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|
Fortunatamente, c'è una funzione che fa questa operazione sulle liste
|
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|
:c:type:`struct list_head <list_head>`: list_add_rcu()
|
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|
(``include/linux/list.h``).
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||
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|
Rimuovere un elemento dalla lista è anche più facile: sostituiamo il puntatore
|
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|
al vecchio elemento con quello del suo successore, e i lettori vedranno
|
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|
l'elemento o lo salteranno.
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::
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|
list->next = old->next;
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|
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|
La funzione list_del_rcu() (``include/linux/list.h``) fa esattamente
|
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|
questo (la versione normale corrompe il vecchio oggetto, e non vogliamo che
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|
accada).
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|
Anche i lettori devono stare attenti: alcuni processori potrebbero leggere
|
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|
attraverso il puntatore ``next`` il contenuto dell'elemento successivo
|
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|
troppo presto, ma non accorgersi che il contenuto caricato è sbagliato quando
|
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|
il puntatore ``next`` viene modificato alla loro spalle. Ancora una volta
|
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|
c'è una funzione che viene in vostro aiuto list_for_each_entry_rcu()
|
||
|
(``include/linux/list.h``). Ovviamente, gli scrittori possono usare
|
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|
list_for_each_entry() dato che non ci possono essere due scrittori
|
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|
in contemporanea.
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|
Il nostro ultimo dilemma è il seguente: quando possiamo realmente distruggere
|
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|
l'elemento rimosso? Ricordate, un lettore potrebbe aver avuto accesso a questo
|
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|
elemento proprio ora: se eliminiamo questo elemento ed il puntatore ``next``
|
||
|
cambia, il lettore salterà direttamente nella spazzatura e scoppierà. Dobbiamo
|
||
|
aspettare finché tutti i lettori che stanno attraversando la lista abbiano
|
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|
finito. Utilizziamo call_rcu() per registrare una funzione di
|
||
|
richiamo che distrugga l'oggetto quando tutti i lettori correnti hanno
|
||
|
terminato. In alternative, potrebbe essere usata la funzione
|
||
|
synchronize_rcu() che blocca l'esecuzione finché tutti i lettori
|
||
|
non terminano di ispezionare la lista.
|
||
|
|
||
|
Ma come fa l'RCU a sapere quando i lettori sono finiti? Il meccanismo è
|
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|
il seguente: innanzi tutto i lettori accedono alla lista solo fra la coppia
|
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|
rcu_read_lock()/rcu_read_unlock() che disabilita la
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|
prelazione così che i lettori non vengano sospesi mentre stanno leggendo
|
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|
la lista.
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||
|
|
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|
Poi, l'RCU aspetta finché tutti i processori non abbiano dormito almeno
|
||
|
una volta; a questo punto, dato che i lettori non possono dormire, possiamo
|
||
|
dedurre che un qualsiasi lettore che abbia consultato la lista durante la
|
||
|
rimozione abbia già terminato, quindi la *callback* viene eseguita. Il vero
|
||
|
codice RCU è un po' più ottimizzato di così, ma questa è l'idea di fondo.
|
||
|
|
||
|
::
|
||
|
|
||
|
--- cache.c.perobjectlock 2003-12-11 17:15:03.000000000 +1100
|
||
|
+++ cache.c.rcupdate 2003-12-11 17:55:14.000000000 +1100
|
||
|
@@ -1,15 +1,18 @@
|
||
|
#include <linux/list.h>
|
||
|
#include <linux/slab.h>
|
||
|
#include <linux/string.h>
|
||
|
+#include <linux/rcupdate.h>
|
||
|
#include <linux/mutex.h>
|
||
|
#include <asm/errno.h>
|
||
|
|
||
|
struct object
|
||
|
{
|
||
|
- /* These two protected by cache_lock. */
|
||
|
+ /* This is protected by RCU */
|
||
|
struct list_head list;
|
||
|
int popularity;
|
||
|
|
||
|
+ struct rcu_head rcu;
|
||
|
+
|
||
|
atomic_t refcnt;
|
||
|
|
||
|
/* Doesn't change once created. */
|
||
|
@@ -40,7 +43,7 @@
|
||
|
{
|
||
|
struct object *i;
|
||
|
|
||
|
- list_for_each_entry(i, &cache, list) {
|
||
|
+ list_for_each_entry_rcu(i, &cache, list) {
|
||
|
if (i->id == id) {
|
||
|
i->popularity++;
|
||
|
return i;
|
||
|
@@ -49,19 +52,25 @@
|
||
|
return NULL;
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
+/* Final discard done once we know no readers are looking. */
|
||
|
+static void cache_delete_rcu(void *arg)
|
||
|
+{
|
||
|
+ object_put(arg);
|
||
|
+}
|
||
|
+
|
||
|
/* Must be holding cache_lock */
|
||
|
static void __cache_delete(struct object *obj)
|
||
|
{
|
||
|
BUG_ON(!obj);
|
||
|
- list_del(&obj->list);
|
||
|
- object_put(obj);
|
||
|
+ list_del_rcu(&obj->list);
|
||
|
cache_num--;
|
||
|
+ call_rcu(&obj->rcu, cache_delete_rcu);
|
||
|
}
|
||
|
|
||
|
/* Must be holding cache_lock */
|
||
|
static void __cache_add(struct object *obj)
|
||
|
{
|
||
|
- list_add(&obj->list, &cache);
|
||
|
+ list_add_rcu(&obj->list, &cache);
|
||
|
if (++cache_num > MAX_CACHE_SIZE) {
|
||
|
struct object *i, *outcast = NULL;
|
||
|
list_for_each_entry(i, &cache, list) {
|
||
|
@@ -104,12 +114,11 @@
|
||
|
struct object *cache_find(int id)
|
||
|
{
|
||
|
struct object *obj;
|
||
|
- unsigned long flags;
|
||
|
|
||
|
- spin_lock_irqsave(&cache_lock, flags);
|
||
|
+ rcu_read_lock();
|
||
|
obj = __cache_find(id);
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||
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if (obj)
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object_get(obj);
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- spin_unlock_irqrestore(&cache_lock, flags);
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+ rcu_read_unlock();
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return obj;
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}
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Da notare che i lettori modificano il campo popularity nella funzione
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__cache_find(), e ora non trattiene alcun *lock*. Una soluzione
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potrebbe essere quella di rendere la variabile ``atomic_t``, ma per l'uso
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che ne abbiamo fatto qui, non ci interessano queste corse critiche perché un
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risultato approssimativo è comunque accettabile, quindi non l'ho cambiato.
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Il risultato è che la funzione cache_find() non ha bisogno di alcuna
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sincronizzazione con le altre funzioni, quindi è veloce su un sistema
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multi-processore tanto quanto lo sarebbe su un sistema mono-processore.
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Esiste un'ulteriore ottimizzazione possibile: vi ricordate il codice originale
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della nostra memoria dove non c'erano contatori di riferimenti e il chiamante
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semplicemente tratteneva il *lock* prima di accedere ad un oggetto? Questo è
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ancora possibile: se trattenete un *lock* nessuno potrà cancellare l'oggetto,
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quindi non avete bisogno di incrementare e decrementare il contatore di
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riferimenti.
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Ora, dato che il '*lock* di lettura' di un RCU non fa altro che disabilitare
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la prelazione, un chiamante che ha sempre la prelazione disabilitata fra le
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chiamate cache_find() e object_put() non necessita
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di incrementare e decrementare il contatore di riferimenti. Potremmo
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esporre la funzione __cache_find() dichiarandola non-static,
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e quel chiamante potrebbe usare direttamente questa funzione.
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Il beneficio qui sta nel fatto che il contatore di riferimenti no
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viene scritto: l'oggetto non viene alterato in alcun modo e quindi diventa
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molto più veloce su sistemi molti-processore grazie alla loro memoria cache.
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Dati per processore
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Un'altra tecnica comunemente usata per evitare la sincronizzazione è quella
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di duplicare le informazioni per ogni processore. Per esempio, se volete
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avere un contatore di qualcosa, potreste utilizzare uno spinlock ed un
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singolo contatore. Facile e pulito.
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Se questo dovesse essere troppo lento (solitamente non lo è, ma se avete
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dimostrato che lo è devvero), potreste usare un contatore per ogni processore
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e quindi non sarebbe più necessaria la mutua esclusione. Vedere
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DEFINE_PER_CPU(), get_cpu_var() e put_cpu_var()
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(``include/linux/percpu.h``).
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Il tipo di dato ``local_t``, la funzione cpu_local_inc() e tutte
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le altre funzioni associate, sono di particolare utilità per semplici contatori
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per-processore; su alcune architetture sono anche più efficienti
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(``include/asm/local.h``).
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Da notare che non esiste un modo facile ed affidabile per ottenere il valore
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di un simile contatore senza introdurre altri *lock*. In alcuni casi questo
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non è un problema.
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Dati che sono usati prevalentemente dai gestori d'interruzioni
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Se i dati vengono utilizzati sempre dallo stesso gestore d'interruzioni,
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allora i *lock* non vi servono per niente: il kernel già vi garantisce che
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il gestore d'interruzione non verrà eseguito in contemporanea su diversi
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processori.
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Manfred Spraul fa notare che potreste comunque comportarvi così anche
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se i dati vengono occasionalmente utilizzati da un contesto utente o
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da un'interruzione software. Il gestore d'interruzione non utilizza alcun
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*lock*, e tutti gli altri accessi verranno fatti così::
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spin_lock(&lock);
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disable_irq(irq);
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...
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enable_irq(irq);
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spin_unlock(&lock);
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La funzione disable_irq() impedisce al gestore d'interruzioni
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d'essere eseguito (e aspetta che finisca nel caso fosse in esecuzione su
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un altro processore). Lo spinlock, invece, previene accessi simultanei.
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Naturalmente, questo è più lento della semplice chiamata
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spin_lock_irq(), quindi ha senso solo se questo genere di accesso
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è estremamente raro.
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Quali funzioni possono essere chiamate in modo sicuro dalle interruzioni?
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Molte funzioni del kernel dormono (in sostanza, chiamano schedule())
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direttamente od indirettamente: non potete chiamarle se trattenere uno
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spinlock o avete la prelazione disabilitata, mai. Questo significa che
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dovete necessariamente essere nel contesto utente: chiamarle da un
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contesto d'interruzione è illegale.
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Alcune funzioni che dormono
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Le più comuni sono elencate qui di seguito, ma solitamente dovete leggere
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il codice per scoprire se altre chiamate sono sicure. Se chiunque altro
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le chiami dorme, allora dovreste poter dormire anche voi. In particolar
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modo, le funzioni di registrazione e deregistrazione solitamente si
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aspettano d'essere chiamante da un contesto utente e quindi che possono
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dormire.
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- Accessi allo spazio utente:
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- copy_from_user()
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- copy_to_user()
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- get_user()
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- put_user()
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- kmalloc(GFP_KERNEL) <kmalloc>`
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- mutex_lock_interruptible() and
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mutex_lock()
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C'è anche mutex_trylock() che però non dorme.
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Comunque, non deve essere usata in un contesto d'interruzione dato
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che la sua implementazione non è sicura in quel contesto.
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Anche mutex_unlock() non dorme mai. Non può comunque essere
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usata in un contesto d'interruzione perché un mutex deve essere rilasciato
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dallo stesso processo che l'ha acquisito.
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Alcune funzioni che non dormono
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Alcune funzioni possono essere chiamate tranquillamente da qualsiasi
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contesto, o trattenendo un qualsiasi *lock*.
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- printk()
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- kfree()
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- add_timer() e del_timer()
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Riferimento per l'API dei Mutex
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.. kernel-doc:: include/linux/mutex.h
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:internal:
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.. kernel-doc:: kernel/locking/mutex.c
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:export:
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|
Riferimento per l'API dei Futex
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===============================
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|
||
|
.. kernel-doc:: kernel/futex/core.c
|
||
|
:internal:
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|
|
||
|
.. kernel-doc:: kernel/futex/futex.h
|
||
|
:internal:
|
||
|
|
||
|
.. kernel-doc:: kernel/futex/pi.c
|
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|
:internal:
|
||
|
|
||
|
.. kernel-doc:: kernel/futex/requeue.c
|
||
|
:internal:
|
||
|
|
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|
.. kernel-doc:: kernel/futex/waitwake.c
|
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|
:internal:
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|
Approfondimenti
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|
- ``Documentation/locking/spinlocks.rst``: la guida di Linus Torvalds agli
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spinlock del kernel.
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|
- Unix Systems for Modern Architectures: Symmetric Multiprocessing and
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|
Caching for Kernel Programmers.
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|
L'introduzione alla sincronizzazione a livello di kernel di Curt Schimmel
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è davvero ottima (non è scritta per Linux, ma approssimativamente si adatta
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|
a tutte le situazioni). Il libro è costoso, ma vale ogni singolo spicciolo
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|
per capire la sincronizzazione nei sistemi multi-processore.
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[ISBN: 0201633388]
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|
Ringraziamenti
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Grazie a Telsa Gwynne per aver formattato questa guida in DocBook, averla
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pulita e aggiunto un po' di stile.
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Grazie a Martin Pool, Philipp Rumpf, Stephen Rothwell, Paul Mackerras,
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Ruedi Aschwanden, Alan Cox, Manfred Spraul, Tim Waugh, Pete Zaitcev,
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|
James Morris, Robert Love, Paul McKenney, John Ashby per aver revisionato,
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|
corretto, maledetto e commentato.
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Grazie alla congrega per non aver avuto alcuna influenza su questo documento.
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Glossario
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prelazione
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Prima del kernel 2.5, o quando ``CONFIG_PREEMPT`` non è impostato, i processi
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in contesto utente non si avvicendano nell'esecuzione (in pratica, il
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processo userà il processore fino al proprio termine, a meno che non ci siano
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delle interruzioni). Con l'aggiunta di ``CONFIG_PREEMPT`` nella versione
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|
2.5.4 questo è cambiato: quando si è in contesto utente, processi con una
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|
priorità maggiore possono subentrare nell'esecuzione: gli spinlock furono
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|
cambiati per disabilitare la prelazioni, anche su sistemi monoprocessore.
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bh
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Bottom Half: per ragioni storiche, le funzioni che contengono '_bh' nel
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|
loro nome ora si riferiscono a qualsiasi interruzione software; per esempio,
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|
spin_lock_bh() blocca qualsiasi interuzione software sul processore
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corrente. I *Bottom Halves* sono deprecati, e probabilmente verranno
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|
sostituiti dai tasklet. In un dato momento potrà esserci solo un
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|
*bottom half* in esecuzione.
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contesto d'interruzione
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Non è il contesto utente: qui si processano le interruzioni hardware e
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software. La macro in_interrupt() ritorna vero.
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contesto utente
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Il kernel che esegue qualcosa per conto di un particolare processo (per
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esempio una chiamata di sistema) o di un thread del kernel. Potete
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identificare il processo con la macro ``current``. Da non confondere
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con lo spazio utente. Può essere interrotto sia da interruzioni software
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che hardware.
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interruzione hardware
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Richiesta di interruzione hardware. in_hardirq() ritorna vero in un
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gestore d'interruzioni hardware.
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interruzione software / softirq
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Gestore di interruzioni software: in_hardirq() ritorna falso;
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in_softirq() ritorna vero. I tasklet e le softirq sono entrambi
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considerati 'interruzioni software'.
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In soldoni, un softirq è uno delle 32 interruzioni software che possono
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essere eseguite su più processori in contemporanea. A volte si usa per
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riferirsi anche ai tasklet (in pratica tutte le interruzioni software).
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monoprocessore / UP
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(Uni-Processor) un solo processore, ovvero non è SMP. (``CONFIG_SMP=n``).
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multi-processore / SMP
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(Symmetric Multi-Processor) kernel compilati per sistemi multi-processore
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(``CONFIG_SMP=y``).
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spazio utente
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Un processo che esegue il proprio codice fuori dal kernel.
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tasklet
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Un'interruzione software registrabile dinamicamente che ha la garanzia
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d'essere eseguita solo su un processore alla volta.
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timer
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Un'interruzione software registrabile dinamicamente che viene eseguita
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(circa) in un determinato momento. Quando è in esecuzione è come un tasklet
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(infatti, sono chiamati da ``TIMER_SOFTIRQ``).
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